Chiesa di San Lorenzo
Via Colonasca, 1, 28841 Antronapiana VB, Italia
4.3
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3467+4W Antronapiana, Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Italia
Segnalazione posizione
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Lunedì: Chiuso
Martedì: 18–18
Mercoledì: Chiuso
Giovedì: Chiuso
Venerdì: Chiuso
Sabato: Chiuso
Domenica: 18–19
Martedì: 18–18
Mercoledì: Chiuso
Giovedì: Chiuso
Venerdì: Chiuso
Sabato: Chiuso
Domenica: 18–19
Gli Antronesi decisero immediatamente di ampliare il superstite oratorio di san Rocco dove già erano stati ricoverati molti oggetti scampati al disastro.
Grazie al lavoro di volontari ed a collette per finanziare l'acquisto del materiale edile non reperibile in loco nel 1660 fu portato a termine il campanile e nel 1685 fu chiuso il cantiere.
Determinante anche il contributo del maestro intagliatore Giulio Gualio (di Antrona) che realizzò molte opere in legno tra cui spicca l'altare barocco considerato uno dei più belli del Piemonte.
Successivamente gli antronesi contattarono Bartolomeo Tami di Valleggia (Montescheno) affinché, nella veste di capomastro, costruisse la nuova chiesa ampliando l'oratorio di san Rocco.
Nel 1653 fu costruita la cappella dedicata alle anime Purganti situata di fronte a quella della B.V. del Carmine, terminata nel 1656. La costruzione del campanile fu iniziato nel 1656 e terminato nel 1660.
Il portico risale al 1685, anno in cui furono terminate le opere murarie della chiesa. Gli altari della chiesa sono di legno dorato e sono tutti opera del Guaglio, scultore locale, il primo di essi fu quello della Madonna del Carmine (1660-1670).
Tra il 1670 e il 1680 Giulio Guaglio si dedica al rifacimento in legno dell'altare di S. Antonio, la statua del santo risale al 1652.
Il ciborio dell'altare maggiore, completato nel 1686, è considerato tra le più belle opere di stile barocco del Piemonte. L'altare della B.V. del Rosario fu iniziato nel 1686 e terminato nel 1690. Dello stesso anno è anche quello delle Anime Purganti.
Numerose sono le altre opere ereditate dalla scuola del Guaglio: candelabri, busti, statue. Il fonte battesimale è uno dei pochi oggetti recuperati dalle macerie della vecchia chiesa.
Il pulpito che risale al 1720-21 è opera degli scultori vigezzini. Nel 1841 il ricavato dalla vendita dell'alpe Monte Moro (Montmor), fu utilizzato per la costruzione della bussola della porta centrale e per l'acquisto dell'organo.
Nel 1887 furono assegnati i lavori di decorazione ad alcuni pittori vigezzini tra i quali spicca il nome di Bemardino Peretti.