FHC6+H6 Monteleone Rocca Doria, Provincia di Sassari, Italia
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Francesco Marchetti2 anni fa
Piccola chiesa in stile romanico, visitata tanti anni fa, durante la mia prima missione archeologica universitaria, caratteristica come ogni struttura presente in questa bellissima isola
Michele Marras2 anni fa
La chiesa di S. Stefano protomartire si trova nell’abitato di Monteleone Rocca Doria, di cui è la parrocchiale. Il territorio restituisce tracce archeologiche di antropizzazione dall’età neolitica. Nell’abitato è stata individuata una necropoli punica con tombe a camera ipogeica (IV-III sec. a.C.). Il toponimo deriva dall’insediamento di una roccaforte della famiglia genovese dei Doria, il “castrum Montis Leonis” documentato dal XIV secolo e smantellato dagli Aragonesi nel 1436. Dal prospetto di un’antica casa del paese è stato prelevato il rilievo litico con l’aquila (insegna dei Doria dal 1310), murato nella quinta di età moderna davanti alla facciata della chiesa. Quest’ultima è priva di attestazioni documentarie; la fabbrica romanica binavata, in conci calcarei di media pezzatura, fu condotta entro la seconda metà del XIII secolo, ma in due fasi distinte. L’aula mononavata, con abside perfettamente orientata, venne ampliata con l’aggiunta della navata sud, meno larga e con abside più piccola dell’altra, singolarmente profilata in pianta ad arco oltrepassato e frontalmente a ogiva. Il setto divisorio è ad arcate su pilastri molto stretti e bassi. La copertura a volta è di età moderna; dell’originario tetto ligneo si ha prova dalle mensole per l’appoggio delle capriate, superstiti nel fianco settentrionale. I paramenti della facciata e del fianco sud appaiono rimaneggiati. Nella prima sembrano reimpiegati gli archetti di quella romanica, semicircolari tagliati a filo; nel secondo si aprono ampie monofore centinate a tutto sesto con davanzale inclinato. Le absidi differiscono nei caratteri formali. Quella della navata nord ha alto zoccolo a scarpa, interrotta dalle lesene di partizione in cinque specchi, nei quali si aprono tre monofore a doppio strombo. Gli archetti sono ogivali a ghiera semplice o doppia e poggiano su larghi peducci. Nella centina di un archetto s’inserisce una protome antropomorfa; in tutti le vele sono istoriate con motivi lineari, presenti anche nei peducci. L’abside della navata sud ha unica monofora non assiale, centinata a doppio strombo, e forme gotiche: zoccolo provvisto di scarpa a guscio, archetti a ghiera ogivale trilobata, peducci a tronco di piramide rovescia. (Sardegna Cultura)
Il territorio restituisce tracce archeologiche di antropizzazione dall’età neolitica. Nell’abitato è stata
individuata una necropoli punica con tombe a camera ipogeica (IV-III sec. a.C.). Il toponimo deriva
dall’insediamento di una roccaforte della famiglia genovese dei Doria, il “castrum Montis Leonis”
documentato dal XIV secolo e smantellato dagli Aragonesi nel 1436. Dal prospetto di un’antica casa del
paese è stato prelevato il rilievo litico con l’aquila (insegna dei Doria dal 1310), murato nella quinta di età
moderna davanti alla facciata della chiesa. Quest’ultima è priva di attestazioni documentarie; la fabbrica
romanica binavata, in conci calcarei di media pezzatura, fu condotta entro la seconda metà del XIII secolo,
ma in due fasi distinte. L’aula mononavata, con abside perfettamente orientata, venne ampliata con
l’aggiunta della navata sud, meno larga e con abside più piccola dell’altra, singolarmente profilata in pianta
ad arco oltrepassato e frontalmente a ogiva. Il setto divisorio è ad arcate su pilastri molto stretti e bassi. La
copertura a volta è di età moderna; dell’originario tetto ligneo si ha prova dalle mensole per l’appoggio delle
capriate, superstiti nel fianco settentrionale. I paramenti della facciata e del fianco sud appaiono
rimaneggiati. Nella prima sembrano reimpiegati gli archetti di quella romanica, semicircolari tagliati a filo; nel
secondo si aprono ampie monofore centinate a tutto sesto con davanzale inclinato. Le absidi differiscono nei
caratteri formali. Quella della navata nord ha alto zoccolo a scarpa, interrotta dalle lesene di partizione in
cinque specchi, nei quali si aprono tre monofore a doppio strombo. Gli archetti sono ogivali a ghiera
semplice o doppia e poggiano su larghi peducci. Nella centina di un archetto s’inserisce una protome
antropomorfa; in tutti le vele sono istoriate con motivi lineari, presenti anche nei peducci. L’abside della
navata sud ha unica monofora non assiale, centinata a doppio strombo, e forme gotiche: zoccolo provvisto di
scarpa a guscio, archetti a ghiera ogivale trilobata, peducci a tronco di piramide rovescia. (Sardegna Cultura)