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Parrocchia di San Petronio

Via Garavini, 19, 48014 Castel Bolognese RA, Italia

Parrocchia di San Petronio
Chiesa cattolica
4.5
59 recensioni
8 Commenti
Istruzioni di orientamento
8Q9X+6F Castel Bolognese, Provincia di Ravenna, Italia
+39 0546 656622
parrocchiasanpetronio.jimdo.com
Segnalazione posizione
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Lunedì: 8–9
Martedì: 8–9
Mercoledì: 8–9
Giovedì: 8–9
Venerdì: 8–9
Sabato: 8–9
Domenica: 8–12
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Maria Mazzanti
Maria Mazzanti2 anni fa
Bel luogo dove dare ed avere amore e comprensione con un don di grande cuore
Donatella Poli
Donatella Poli2 anni fa
Il mio paese,la mia parrocchia con un prete dal cuore grande.
Francesco Zaccarini
Francesco Zaccarini2 anni fa
Si hanno notizie per la prima volta nel 1396. Il terreno su cui fu costruita la chiesa apparteneva alla pieve e parrocchia di Campiano e non si sa con certezza se S. Petronio dipendesse da tale pieve o direttamente dalla Curia di Imola. La prima chiesa era posta dove è oggi la terza cappella (quella dedicata a S. Caterina), poi è stata riedificata nel 1428, più capiente. Dieci anni dopo venne edificata la torre campanaria. La chiesa si presentava a capriate, con otto cappelle laterali e cinque finestre. La facciata della chiesa era rivolta a ovest e venne restaurata nel 1616, colorandola di rosso, mentre la porta aveva sopra l'immagine di S. Petronio; l'altare maggiore era in origine in fondo al coro, ma nel 1574 venne trasportato al centro della cappella maggiore; nello stesso anno venne costruito anche il tabernacolo, posto sopra l'altare maggiore. Nel 1592, grazie ad una donazione del card. Ginnasi, venne portata in S. Petronio una colonna tolta dalla chiesa di S. Michele in Monte S. Angelo (sul Gargano): essa venne posta in una nicchia a lato dell'altare maggiore e poi, dal 1653, nel secondo altare della navata sinistra. Il vecchio campanile, a sud est della chiesa, costruito nel 1438, era alto circa 35 m e aveva tre campane. Esso subì vari danni a causa del terremoto del 4 aprile 1781; ricostruito nel suo antico stile, l'intero campanile cadde il 24 dicembre 1944 sotto le granate.S. Petronio fu solennemente consacrata il 2 marzo 1788 dal cardinale Chiaramonti. La facciata di ordine dorico, presenta tre porte d'ingresso, due finestre che danno luce alle navate laterali ed un lunettone che illumina quella centrale; l'interno della chiesa presenta tre navate scandite da colonne ioniche binate ed è coperto dalla grande volta a botte con finti cassettoni, opera questa di Alessandro Della Nave e Antonio Villa.La chiesa misura in lunghezza 44 m e in larghezza 24 m; ha sette altari, uno maggiore e sei laterali. Il primo altare a destra è dedicato a S. Andrea Avellino e presenta la statua di Santa Teresa di Lisieux; nella seconda troviamo una bella Madonna con Bambino, affresco tardogotico rielaborato nel XIX secolo. Al di sotto, statua di Gesù Bambino, rivestito di un prezioso abito del XVIII secolo; nella terza cappella statua di S. Girolamo di Alfonso Lombardi e statua di S. Giovanni Battista di Ottavio Toselli. L'altare maggiore è di scagliola e fu fatto ricostruire nel 1867; in fondo al coro trova posto un gruppo statuario in terracotta policroma di Alfonso Lombardi (Crocifisso con ai piedi la Maddalena e ai lati la Vergine addolorata e S. Giovanni Evangelista, XVI secolo). Sulla cimasa, entro un ovale, è effigiato S. Petronio, opera di Felice Giani. Ai lati dell'altare maggiore pregevole organo e San Petronio protettore di Bologna e Castel Bolognese, tela di Angelo Gottarelli (1740-1813). Tra due colonne della navata centrale si trova la statua di San Petronio, copia dell'originale ligneo duecentesco conservato in S. Petronio a Bologna, donata dai bolognesi a Pio IX e da questi a Castel Bolognese.Nella navata di sinistra vi è il fonte battesimale, mentre la prima cappella presenta la Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta e, a lato, San Girolamo e San Lorenzo tutte opere di Alfonso Cittadella detto il Lombardi. Nella seconda vi è una pala raffigurante i Santi Emidio e Domenico con un Santo martire, opera attribuita a Benedetto dal Buono, mentre in una finestra troviamo la Madonna del Rosario, raffigurazione tardogotica attribuita a Giovanni da Riolo (fine XV secolo). Nell'ultima cappella vi è San Michele Arcangelo, quadro del XVII secolo attribuito a Francesco Longhi. Chiude la navata la cappella invernale o della Madonna di Lourdes, riproduzione della grotta francese creata nel 1933 con massi estratti dalla vena del gesso di Casola Valsenio.La sacrestia si trova ad est della torre campanaria e conserva anche un grande mobile intagliato in noce del sec. XVIII ed altre tele di pregio.Considerevoli anche le opere parrocchiali che si sono arricchite recuperando anche lo scantinato opportunamente restaurato.
Alberto Lambertini
Alberto Lambertini2 anni fa
fu la prima chiesa eretta a Castel Bolognese, costruita direttamente dai bolognesi sul finire del XIV secolo. La chiesa fu rifatta completamente nel 1427. Nel 1781 rimase lesionata da un terremoto. La comunità decise di ricostruirla. La nuova chiesa, in stile neoclassico, fu costruita su progetto dell'architetto imolese Cosimo Morelli. Terminato nel 1787, l'edificio sacro fu consacrato l'anno seguente. Le opere d'arte più significative conservate al suo interno sono il "San Petronio", , le sculture cinquecentesche e la pala d'altare , un affresco di Giovanni da Riolo ed infine un dipinto della scuola di Innocenzo da Imola.
Fabrizia
Fabrizia2 anni fa
È in centro a Castel bolognese chiesa molto curata con affreschi di grande importanza
Ezio Giovannini
Ezio Giovannini2 anni fa
Chiesa ben tenuta e pulita
Wayne Electric
Wayne Electric2 anni fa
Da fuori mi passa quasi inosservata ma dentro trovo sia davvero bella, grandi colonne con capitelli in style ionico (i miei preferiti), statue dei santi fatte benissimo e quadri, ma la parte TOP è sicuramente la stanzetta semi nascosta con la statua dalla coroncina illuminata e lo sfondo della grotta blu rappresentante la Madonna di Lourdes e a fianco Bernadette Soubirous con una candela in mano.
Mattia Santandrea
Mattia Santandrea2 anni fa
Bella chiesa. Architettura neoclassica di Cosimo Morelli. Opere straordinarie di Alfonso Lombardi e Longhi. Molto buia
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