Bella chiesa dedicata al Santo che dà il nome al paese. Ottima l'acustica per i cori.
Michele Marras2 anni fa
La chiesa di S. Gavino turritano, annessa a un asilo gestito da suore, è compresa nell’abitato di San Gavino Monreale, di cui fu probabilmente la parrocchiale. Il territorio ha tracce d’insediamento a partire dall’età nuragica. Il “burgum castri Montis Regalis” si aggregò ai piedi dell’omonimo castello, d’impianto medioevale; non è documentata la notizia della pertinenza della chiesa a un monastero benedettino. L’edificio ha subito larghe ristrutturazioni in epoche diverse, con sostituzione di volte litiche all’originaria copertura lignea dell’aula, la cui esplorazione archeologica ha restituito reperti di datazione compresa fra il XIII e il XIV secolo. Nel presbiterio si leggono in un concio a sinistra del lavabo le cifre incise dell’anno 1347, nell’intonaco della parete sinistra quelle dipinte del 1388 (secondo computo pisano). Restano così fissati il post e l’ante quem della fabbrica gotica ad aula mononavata con presbiterio quadrangolare, che ne rappresenta l’unica struttura residua. Nella testata orientale si apre una finestra con centina ogivale sopraccigliata, originariamente bifora e oggi molto risarcita. All’interno la volta a crociera è quadripartita da costoloni impostati su peducci scultorei con figure antropomorfe di caratterizzazione aulica nelle quali si è proposto di riconoscere Mariano IV de Bas-Serra, Ugone III, Eleonora e Brancaleone Doria. (Sardegna Cultura)
Corinzia Maria Vacca2 anni fa
il prete è molto carino ahahahahhahaha😻
Stefano Orrù2 anni fa
Chiesa storica, con una storia importante alle spalle. Merita senz'altro una visita
Marco Piras2 anni fa
Luogo di culto particolare, peccato per lo scempio al cimitero annesso.
Gianpaolo Siddi2 anni fa
Fantastico ma deserto pochi pescatori nessun turista
Monreale, di cui fu probabilmente la parrocchiale. Il territorio ha tracce d’insediamento a partire dall’età
nuragica. Il “burgum castri Montis Regalis” si aggregò ai piedi dell’omonimo castello, d’impianto medioevale;
non è documentata la notizia della pertinenza della chiesa a un monastero benedettino. L’edificio ha subito
larghe ristrutturazioni in epoche diverse, con sostituzione di volte litiche all’originaria copertura lignea
dell’aula, la cui esplorazione archeologica ha restituito reperti di datazione compresa fra il XIII e il XIV
secolo. Nel presbiterio si leggono in un concio a sinistra del lavabo le cifre incise dell’anno 1347,
nell’intonaco della parete sinistra quelle dipinte del 1388 (secondo computo pisano). Restano così fissati il
post e l’ante quem della fabbrica gotica ad aula mononavata con presbiterio quadrangolare, che ne
rappresenta l’unica struttura residua. Nella testata orientale si apre una finestra con centina ogivale
sopraccigliata, originariamente bifora e oggi molto risarcita. All’interno la volta a crociera è quadripartita da
costoloni impostati su peducci scultorei con figure antropomorfe di caratterizzazione aulica nelle quali si è
proposto di riconoscere Mariano IV de Bas-Serra, Ugone III, Eleonora e Brancaleone Doria. (Sardegna Cultura)