Basilica di Santa Maria delle Carceri
Piazza Santa Maria delle Carceri, 21, 59100 Prato PO, Italia
4.6
293 recensioni
8 Commenti
V3HX+Q8 Prato, Provincia di Prato, Italia
Segnalazione posizione
Reclama questa posizione
Lunedì: 7–12
Martedì: 7–12
Mercoledì: 7–12
Giovedì: 7–12
Venerdì: 7–12
Sabato: 7–12
Domenica: 7–12
Martedì: 7–12
Mercoledì: 7–12
Giovedì: 7–12
Venerdì: 7–12
Sabato: 7–12
Domenica: 7–12
Considerata un vero e proprio capolavoro di ardhitettura rinascimentale, la Basilica di Santa Maria delle Caro
costruita dove in precedenza sorgevano le carceri pubbliche di Prato. A seguito di un evento miracoloso.
un'apparizione della Madonna, nel 1486 fu deciso di rimpiazzare le antiche carceri con questa nuova chiesa
progetto fu affidato a Giuliano da Sangallo, uno degli architetti piu importanti del Rinascimento, che creo un e
con pianta a croce greca, in cui la simmetria regna sovrana.
La tradizione narra che, il 6 luglio del 1484 un bambino, Iacopino Belcari detto della Povera, vide animarsi l'immagine di una Madonna col Bambino, dipinta sulla parete delle carceri pubbliche di Prato. In seguito ad altri simili eventi ed alla crescente devozione popolare, fu deciso - per volere di Lorenzo de' Medici - di realizzare in quel luogo una basilica.
La progettazione fu affidata a Giuliano da Sangallo, che concepì, ispirandosi alla Cappella Pazzi del Brunelleschi, una chiesa dall'inusuale pianta a croce greca; capolavolro di simmetria e proporzioni, sintesi piena delle soluzioni spaziali brunelleschiane e dei postulati teorici di Leon Battista Aberti, fu edificata, per quanto riguarda il corpo di fabbrica e gli interni, tra il 1486 e il 1495. Il rivestimento esterno, interrotto nel 1506, sarà invece ripreso in più fasi, nei decenni e nei secoli successivi. L'intervento più rilevante è senz'altro quello del 1884-'87, quando venne completata la parte superiore della facciata di ponente, ad opera degli architetti Fortunato Rocchi e Giuseppe Bacci, con la consulenza di Camillo Boito, basata sui disegni del Sangallo. Il rivestimento adotta la bicromia tipica dell'architettura romanica pratese-fiorentina, ottenuta con pietra alberese e marmo serpentino, rielaborato però secondo geometrie particolarmente originali che, come un telaio, rafforzano le membrature e il bordo dei portoni d'ingresso all'edificio.
Il progetto di Santa Maria delle Carceri ebbe subito grande seguito: lo stesso Sangallo riprese tale schema come base per la sua proposta progettuale della nuova basilica di San Pietro a Roma; mentre, il fratello Antonio il Vecchio, lo adottò per la chiesa di San Biagio a Montepulciano. A questo modello, parrebbe inoltre essersi ispirato Raffaello, nel progetto della chiesa di Sant'Egidio degli Orefici a Roma, iniziata nel 1509. Curiosità: la chiesa è protagonista -al suo interno- di due distinti fenomeni astronomici: il primo in occasione del solstizio d'estate (21 giugno)...e l'altro il 15 luglio alle 15:18...