La facciata principale, come potete direttamente oggi ammirare dopo il Restauro finito a Maggio del 2018, è piccola ma armoniosa divisa in due parti scandite dal lesene verticali sulle quali posa un timpano triangolare coronato da un fastigio a volute e dalla croce. Nell’ordine inferiore si apre il portale di ingresso scolpito in granito affiancato da due eleganti volute e sormontato da un architrave e da un fastigio con due volute a coda di delfino ed elegantemente scolpite in stile barocchetto calabrese. La parte superiore è arricchita al centro da un finestrone ottagonale. Un altro portone con cornice ed architrave in pietra granitica si trova nell’ingresso laterale della chiesa. Nella fase di restauro della facciata principale sono emerse le due nicchie laterali oggi riportate alla luce, mentre, nella parete laterale, sono state ritrovate le tracce delle finestre che si possono invece leggere in sottosquadro. Gli interni del santuario hanno quella elegante semplicità con la quale sono stati concepiti dal celebre maestro stuccatore palermitano Onofrio Buscemi che li ha firmati sulla base degli altorilievi che raffigurano rispettivamente i santi apostoli Pietro e Paolo nell’anno 1747. Collocati nel catino absidale per ricordare che il primitivo luogo di culto sorto in riva al torrente Zirgone era appunto dedicato ai santi Pietro e Paolo, successivamente soppiantati dalla devozione alla vergine Maria delle Grazie. A riprova di ciò sono ancora oggi visibili sopra le acquasantiere nell’ingresso i due piccoli altorilievi in alabastro dedicati ai titolari della antica chiesa extra moenia. L’aula è scandita dalla successione di lesene corinzie alternate ad archi a tutto sesto sulle quali corre ininterrottamente un architrave classico dal quale ha origine la volta a botte anch’essa decorata. L’Arco Santo, elegante e maestoso pur nelle esigue dimensioni, è arricchito dal grande cartiglio centrale dove campeggia il monogramma di Maria Santissima sorretto da due angeli in stucco a tutto tondo librati in volo, quello di destra effigiato mentre fa squillare la tromba della fama, quello sinistro nell’atto di brandire la palma, simbolo di martirio e di gloria. Lo scudo schiacciato ma sapientemente distribuito sull’estradosso dell’arco reca le lettere che compongono il nome di Maria, sormontate da corona, mentre al di sotto si legge chiaramente un cuore e finalmente riportato alla luce perché coperto da dipinture posticce, il volto di una grottesca simile ad un mascherone apotropaico. L’arco Santo apre poi la prospettiva del catino absidale all’interno del quale troneggia il meraviglioso baldacchino sorretto da corona dove era collocata l’immagine miracolosa della Vergine rubata anni fa e oggi sostituita da una copia. Ai lati del fastigio due grandi losanghe quadrilobate incorniciano gli altorilievi raffiguranti san Pietro con le chiavi in mano e la tiara a fianco, e san Paolo con la spada e il serpente velenoso. un pavimento in calcarenite, un materiale che contiene (e sono ben visibili), le tracce di fossili ed ossicini tipici di questo materiale. FONTE: Arch. Caterina AGOSTINO_ Roccella Jonica
Luca Carlo Gritti2 anni fa
Una bella esperienza da condividere con le persone giuste
Nell’ordine inferiore si apre il portale di ingresso scolpito in granito affiancato da due eleganti volute e sormontato da un architrave e da un fastigio con due volute a coda di delfino ed elegantemente scolpite in stile barocchetto calabrese. La parte superiore è arricchita al centro da un finestrone ottagonale.
Un altro portone con cornice ed architrave in pietra granitica si trova nell’ingresso laterale della chiesa.
Nella fase di restauro della facciata principale sono emerse le due nicchie laterali oggi riportate alla luce, mentre, nella parete laterale, sono state ritrovate le tracce delle finestre che si possono invece leggere in sottosquadro. Gli interni del santuario hanno quella elegante semplicità con la quale sono stati concepiti dal celebre maestro stuccatore palermitano Onofrio Buscemi che li ha firmati sulla base degli altorilievi che raffigurano rispettivamente i santi apostoli Pietro e Paolo nell’anno 1747. Collocati nel catino absidale per ricordare che il primitivo luogo di culto sorto in riva al torrente Zirgone era appunto dedicato ai santi Pietro e Paolo, successivamente soppiantati dalla devozione alla vergine Maria delle Grazie. A riprova di ciò sono ancora oggi visibili sopra le acquasantiere nell’ingresso i due piccoli altorilievi in alabastro dedicati ai titolari della antica chiesa extra moenia. L’aula è scandita dalla successione di lesene corinzie alternate ad archi a tutto sesto sulle quali corre ininterrottamente un architrave classico dal quale ha origine la volta a botte anch’essa decorata. L’Arco Santo, elegante e maestoso pur nelle esigue dimensioni, è arricchito dal grande cartiglio centrale dove campeggia il monogramma di Maria Santissima sorretto da due angeli in stucco a tutto tondo librati in volo, quello di destra effigiato mentre fa squillare la tromba della fama, quello sinistro nell’atto di brandire la palma, simbolo di martirio e di gloria. Lo scudo schiacciato ma sapientemente distribuito sull’estradosso dell’arco reca le lettere che compongono il nome di Maria, sormontate da corona, mentre al di sotto si legge chiaramente un cuore e finalmente riportato alla luce perché coperto da dipinture posticce, il volto di una grottesca simile ad un mascherone apotropaico. L’arco Santo apre poi la prospettiva del catino absidale all’interno del quale troneggia il meraviglioso baldacchino sorretto da corona dove era collocata l’immagine miracolosa della Vergine rubata anni fa e oggi sostituita da una copia. Ai lati del fastigio due grandi losanghe quadrilobate incorniciano gli altorilievi raffiguranti san Pietro con le chiavi in mano e la tiara a fianco, e san Paolo con la spada e il serpente velenoso. un pavimento in calcarenite, un materiale che contiene (e sono ben visibili), le tracce di fossili ed ossicini tipici di questo materiale.
FONTE: Arch. Caterina AGOSTINO_ Roccella Jonica