Monumento a Vittorio Emanuele II
Largo Vittorio Emanuele II, 1370, 10128 Torino TO, Italia
4.4
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3M8C+79 Torino, Città Metropolitana di Torino, Italia
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Venne inaugurato il 9 settembre 1899, a vent'anni dalla morte del re. Grandi furono i festeggiamenti per cui il giorno dell'inaugurazione corso Vittorio Emanuele II e via Roma furono illuminati a festa.
La statua del re s'innalza maestosa su alte colonne doriche. Nei gruppi scultorei collocati alla base del monumento sono rappresentati: l'Unità, la Fratellanza, il Lavoro e la Libertà. Il monumento raggiunge la considerevole altezza di 39 metri.
Per la sua altezza viene popolarmente chiamato "il Re sui tetti" oppure, dai torinesi, "Barba Vigiu".
Il monumento volge le spalle a occidente, ovvero in direzione della Francia, come sprezzo a causa dei vari contrasti e dei faticosi compromessi politici che i Savoia dovettero contrarre col Paese d'oltralpe, per ottenere l'indipendenza del Regno d'Italia.
Per la sua altezza viene popolarmente chiamato "il Re sui tetti" oppure, dai torinesi, "Barba Vigiu".
Curiosamente, il monumento volge le spalle a occidente, ovvero in direzione della Francia, come sprezzo a causa dei vari contrasti e dei faticosi compromessi politici che i Savoia dovettero contrarre coi cugini d'oltralpe, per ottenere l'indipendenza del Regno d'Italia.
Note
L’intenzione del Comune di Torino di elevare un monumento al primo sovrano d’Italia fu anticipata dal re Umberto I (1844-1900) il 23 gennaio 1878, a riparazione del torto subito da Torino quando le spoglie di Vittorio Emanuele II (1820-1878) furono sepolte a Roma. In quella occasione il Re decise di donare alla prima capitale d’ Italia non solo i cimeli del padre, ma anche la considerevole somma di un milione di lire, proprio per realizzare un ricordo perenne al padre. Il fatto che pagasse di tasca sua non deve essere considerato un gran merito visto i modi con cui Umberto I si è "guadagnato lo stipendio" nella sua vita.
Il concorso per il monumento, da innalzarsi al centro dell’ex piazza d’Armi, vide la presentazione di ben 46 bozzetti e 8 disegni. Il primo aprile del 1879 sulla Gazzetta Ufficiale del Regno apparve il responso della commissione giudicatrice: a firmare il monumento sarebbe stato il giovane scultore genovese Pietro Costa (1849-1901). A dispetto del dettagliato cronoprogramma che prevedeva la consegna dell’opera entro la fine del 1885, i lavori andarono a rilento a causa delle incomprensioni insorte tra l’artista e l’amministrazione comunale in merito alle tempistiche di realizzazione e alle modalità d’opera. Finalmente, il 9 settembre 1899, dopo addirittura un processo, il monumento fu inaugurato alla presenza del Re e della corte, ma tra mille polemiche e senza il consenso dell’artista. La statua in bronzo del sovrano, in piedi a capo scoperto sopra un tappeto, è sorretta da quattro colonne doriche. Alla base, quattro figure rappresentano l’Unità, la Libertà, la Fratellanza ed il Lavoro. Agli angoli le aquile che sorreggono i festoni evidenziano le date che portarono all’Unità: 1848, 1859, 1866, 1870.
Per la sua altezza viene popolarmente chiamato "il Re sui tetti" oppure, dai torinesi, "Barba Vigiu".
La statua volge le spalle a occidente, ovvero in direzione della Francia, come sprezzo per i vari contrasti e i faticosi compromessi politici coi cugini d'oltralpe, per ottenere l'indipendenza del Regno d'Italia.
Per quanto riguarda la figura politica e morale del personaggio rappresentato, invito alla lettura di "Indietro Savoia! Storia controcorrente del Risorgimento italiano" di Lorenzo Del Boca.